Garbage, a crossroads of nowhere and lost

domenica 29 dicembre 2013

Ora che tutti i vari parenti sono partiti e che il caos delle feste è ormai un ricordo, ho più tempo per riflettere e quindi anche per scrivere.
Quella sera c'era mio cugino Matteo che voleva dormire, per cui ho dovuto essere un po' sbrigativo :P
Analizzando nel complesso le cose, ho la certezza di avere una sorta di pigrizia maledetta e, oltre a questo, una tendenza a non voler affrontare i problemi, quasi come se fossi ancora un adolescente (mentre ahimè, ho quasi 23 anni).
In un certo senso, uno dei motivi per cui ho ripreso a giocare a un gioco che sapevo che mi avrebbe assorbito così tanto deriva specialmente dal fatto che, essendo indietro con gli esami, ho paura di pensare alla ripida salita che ancora devo percorrere prima di arrivare alla laurea e che la devo "scalare" entro un certo tempo.
Questo di fatto mi può aiutare dal punto di vista del "buon umore" sul momento, ma quando smetto e penso alla piccola occasione persa, in effetti mi mangio le mani.
Crescere è difficile, ma lo è specialmente per chi sta bene (di salute e di soldi, incrociamo le dita che sia ancora così a lungo) e in questa generazione, così zeppa di distrazioni e di cavolate è difficile essere concreti e non perdersi in un bicchiere d'acqua, anche perché spesso non si ha una seconda chance.
Non viviamo nell'oro, non siamo ricchi ma sicuramente siamo un pelo sopra la media e ci siamo tolti ogni tanto qualche bella soddisfazione, come si dice sovente.
Inoltre, riflettendoci ancora, a causa dei giochi e altre menate varie mi sono un po' isolato dalla vita universitaria.
Di nuovo, le agiatezze non aiutano: non sono un fuori sede, ho l'uni a 5 min in bici da casa per cui, chi me lo fa fare di fare la coda per mangiare in una mensa affollata, quando mi trovo pastasciutta e secondo già pronti a casa quando voglio?
Se questo è certamente "comodo" mi aliena un po' troppo dal marasma universitario.
In un certo senso, un gioco come Aion dove a un certo livello inizi a interagire con altre persone, è un po' uno sfogo alla mancata "socializzazione" nel contesto università. Come una sorta di sostituto.
Non si può del resto uscire con il solito gruppetto del liceo per tutta la vita.
Per carità, meno male che ci sono quei soliti noti, però è normale accrescere la cerchia di conoscenti con il passare degli anni, non devono essere per forza tutti amici.
Uno dei motivi per cui ho deciso davvero di dire basta, è che se anche fossi riuscito a laurearmi mi sarei trovato a un certo punto a dover andare di botto in un ufficio tutti i santi giorni, smettere quando non avrei voluto e realizzare forse che avrei potuto passare quelle infinite ore di tempo libero in modo più costruttivo per me e per il mio futuro.
Un po' di relax ci sta, ma il numero di ore che passavo era veramente assurdo.
Mi pento già dei mesi che ho passato, e me ne pento tantissimo adesso, tra l'estate del secondo anno e questi due mesi e spiccioli.
Ma la cosa più incredibile è che tanta gente che ho conosciuto in game aveva figli cazzo. Dei fottuti figli e una fottuta moglie!
Come si fa, mi chiedo, a ridursi in quello stato a quella età... 
Mi piace pensare adesso che io al posto loro non l'avrei mai fatto, che non mi sarei mai ridotto così.
Nessuno lo saprà mai ma credo davvero che sia ora di ripartire da dove mi ero fermato a fine settembre e di riprendere seriamente, senza prendere in giro più nessuno, e di studiare seriamente.
E di poter dire, "si mamma ho studiato 3 ore" senza sentirsi in colpa.
Non che non lo facessi mai, ma spesso non era la verità quella che dicevo.
Poi mi stupisco se ho le fottute depressioni, per forza! Si chiama senso di colpa, bella scoperta mongolo.
Quando realizzo appieno la portata delle cazzate fatte capisco come stanno le cose.
Mi mancano due esami del primo anno e due del secondo. Più 54 crediti del terzo. Quindi quest'anno devo dare almeno 48 crediti, altrimenti ci metto 5 anni a fare sta cazzo di triennale.

Ci diamo una mossa? Si può fare.



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